Il design generativo e la tutela dei prodotti
Il design generativo è un processo di esplorazione del design iterativo che si serve di un software di AI per generare una gamma di soluzioni di design che soddisfano una serie di vincoli. A differenza del design tradizionale, in cui il processo parte da un modello che si basa sulle conoscenze di un ingegnere, il design generativo prende avvio da parametri di design, o meglio, dall’individuazione iniziale di regole e parametri che definiscono le caratteristiche e le proprietà del design, come la forma, la struttura, il colore, la texture e così via, e, successivamente, utilizza un software di AI di generazione di forme che crea automaticamente una serie di varianti del design che rispettano tali regole e parametri.
Si tratta dunque di una tecnica di progettazione basata sull’utilizzo di algoritmi che consentono di generare forme e modelli complessi e organici che si concretizzano in forme uniche e distinte, difficilmente realizzabili utilizzando metodi tradizionali di design. Rispetto a tali metodi, il cambiamento fondamentale è da rintracciarsi nel fatto che i soggetti coinvolti non hanno più la necessità di creare da soli i propri prodotti. Il design generativo può essere considerato, infatti, come una sorta di “collaborazione” tra il designer e il software, in cui il designer definisce le regole e i parametri di progettazione e il software genera automaticamente una serie di soluzioni di design in base a tali parametri.
Tra i vantaggi che derivano dal design generativo si annoverano: i) l’opportunità di effettuare un’indagine simultanea, la validazione e il confronto di centinaia o migliaia di opzioni di design; ii) la riduzione dei tempi di ricerca e sviluppo per i nuovi prodotti e, conseguentemente, l’acquisizione di un grande vantaggio competitivo nel velocizzare il lancio sul mercato dei prodotti; iii) l’opportunità di costruire e consolidare strutture complesse, quali dettagli organici e reticolati interni, così da trarre la massima libertà di design consentita dalle tecnologie di produzione additiva. Una singola geometria complessa creata da un algoritmo generativo e stampata in 3D può infatti sostituire assemblaggi costituiti da decine di parti separate. Altro elemento da considerare è la versatilità del design generativo. Invero, gli algoritmi utilizzati ben si adattano a molteplici settori industriali, consentendo di personalizzare forme e modelli in base alle esigenze specifiche del progetto. Ai settori produttivi come quello dell’industria aereonautica o aerospaziale, dove il design generativo ha iniziato a svilupparsi in ragione delle maggiori necessità di performance tecnologica, hanno iniziato ad affiancarsi studi in aree disciplinari quali l’architettura, il product design, il lighting design, l’automotive, il packaging, il design della moda (gioielli, accessori, calzature) e via dicendo; settori in cui potenzialità di formalizzazione frattale, alveolare, randomizzante proprie del design generativo appaiono congeniali alle principali linee di ricerca estetica e necessarie per esplorare una vasta gamma di soluzioni di design innovative che altrimenti sarebbero difficili o impossibili da ottenere.
Infine, un cenno merita il connubio tra il design generativo e l’additive manufacturing (AM), ossia la stampa 3D, una tecnologia di produzione che permette di creare oggetti tridimensionali aggiungendo materiali in modo sequenziale, strato su strato, invece di rimuovere il materiale da un blocco solido come avviene nei processi di lavorazione noti. Brevemente, si tratta di un processo che inizia con la creazione di un modello 3D virtuale del prodotto, che viene quindi diviso in sezioni sottili, chiamate “slices”. Queste fette vengono poi utilizzate per creare un programma di stampa che guida la macchina nella creazione fisica dell’oggetto. Tutto ciò, con una notevole libertà di scelta dei materiali utilizzabili, tra cui plastica, metallo, ceramica e persino materiali biologici.
Insieme, il design generativo e la stampa 3D stanno rinnovando e rivoluzionando l’industria manifatturiera e la progettazione di prodotti. Attraverso la combinazione delle due tecnologie, infatti, è possibile ottimizzare la prestazione come anche la produzione, fino all’ottenimento di prodotti più efficienti, più leggeri, più resistenti e di maggiore qualità.
Le forme di tutela del design generativo: registrazione come disegno o modello
La registrazione come disegno o modello è uno degli strumenti di tutela utili in quanto, a condizione che sussistano specifici requisiti, consente di proteggere l’intero aspetto di un prodotto, come anche di una sua parte, quale risulta, in particolare, dalle caratteristiche delle linee, dei contorni, dei colori, della forma, della struttura superficiale, dei materiali del prodotto stesso o del suo ornamento. Pertanto, si tratta di uno degli strumenti di protezione legale a cui poter ricorrere per rispondere all’esigenza di tutelare l’aspetto esterno di un prodotto rispetto alla imitazione illecita, ossia un’imitazione che vada oltre la mera similitudine, non richiedendosi a tal fine una specifica gradevolezza estetica. Giova ricordare, altresì, che un disegno ha carattere bidimensionale e può riguardare le linee e i colori di un prodotto o, ancora, un motivo grafico bidimensionale. Il modello, invece, ha carattere tridimensionale e può riguardare la forma di un prodotto. Il settore merceologico ai fini della tutela non rileva: lo strumento dei disegni e modelli è utilizzabile per qualsiasi prodotto, a condizione che sussistano i requisiti che ora vedremo e che vengono verificati da enti quali, inter alia, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (“EUIPO”), responsabile della registrazione dei diritti di proprietà intellettuale nel territorio dell’Unione europea e della verifica della sussistenza delle specifiche condizioni di accesso alla tutela.
Quando è possibile tutelare l’aspetto di un prodotto con una registrazione come disegno o modello?
Come anticipato, per poter ottenere la tutela come disegno o modello devono sussistere alcuni requisiti: la novità e il carattere individuale.
Si definisce nuovo il disegno o modello che non è stato divulgato alla data di registrazione, salvi i casi di predivulgazione non distruttivi tra cui si annovera, ad esempio, il caso di divulgazione effettuata dallo stesso autore nei dodici mesi anteriori alla data di registrazione.
Proseguendo, un disegno o modello presenta carattere individuale se l’impressione generale che suscita nell’utilizzatore informato differisce dall’impressione generale suscitata in tale utilizzatore da qualsiasi disegno o modello, che sia stato divulgato prima della data di presentazione della domanda di registrazione. L’utilizzatore informato coglierà, dunque, delle differenze che sfuggono al consumatore medio.
La tutela concessa dalla registrazione ha una durata pari a cinque anni, prorogabile per altri periodi di cinque anni, fino a un massimo di venticinque.
Esempi di design generativo potenzialmente tutelabili mediante registrazione come disegno o modello
- Il “Vaso generativo“ : è un esempio di design generativo applicato al settore dell’arredamento, creato da uno studio di design e tecnologia con sede a Barcellona, in Spagna, che si concentra sulla progettazione di oggetti e ambienti generati algoritmicamente. Si tratta di un prodotto creato attraverso l’utilizzo di algoritmi informatici che hanno generato forme organiche e articolate, che sono poi state tradotte in un oggetto fisico attraverso la stampa 3D. La forma del vaso è stata generata attraverso una serie di regole e parametri predefiniti, che hanno permesso di ottenere una forma organica e fluida, composta da una serie di cellule interconnesse tra loro;
- Le “Scarpe generative“: costituiscono un esempio di applicazione del design generativo all’industria calzaturiera. Nascono dall’algoritmo creato dallo stesso designer, che è, in realtà, un designer e ingegnere americano che si dedica alla sperimentazione di nuove tecniche di progettazione e produzione utilizzando software di design generativo e stampa 3D. Nel dettaglio, è stato utilizzato un algoritmo di apprendimento automatico che analizza dati sulle dimensioni e la forma del piede dell’utente. La nuova collezione di scarpe ed accessori in 3D, ispirata dalla speculazione sul consumismo, nasce dalla collaborazione con un’azienda specializzata nella produzione di stampanti e software di grafica 3D. Più nel dettaglio, la collezione si compone di tanti pezzi unici con tacco stampato in 3D, placcato oro. Le scarpe sono state prodotte utilizzando la suddetta tecnica di stampa a partire da polvere di nylon, che è stata fusa e stratificata per creare una forma finale di scarpe che si adattano perfettamente al piede. Dita Von Teese e Katy Perry sono alcune delle celebrità che hanno apprezzato il design indossando queste iconiche scarpe.
- Le “Sciarpe generative“: nascono dall’idea di una designer e scienziata inglese e costituiscono un esempio di applicazione del design generativo all’industria dell’abbigliamento. Più nel dettaglio, sono state generate attraverso un software che utilizza la lettura dei dati dal corpo umano. Tra le altre, la designer ha creato una collezione di sciarpe generative che cambiano colore in risposta alle variazioni del corpo umano, quali la temperatura e la sudorazione.
Quelli citati sono solo alcuni esempi di design generativi. Quel che rileva, è che, in presenza dei requisiti di accesso alla registrazione menzionati, l’aspetto di tali prodotti può essere tutelato mediante registrazione come disegno o modello. L’output degli investimenti connessi a tali tecnologie e alla produzione di tali prodotti può dunque ricevere protezione.
Le sfide della tutela del design generativo tramite la registrazione come disegno o modello
Concludiamo, tuttavia, con un doveroso cenno alle sfide che necessariamente la tutela del design generativo tramite registrazione come disegno o modello potrebbe incontrare. Tra le criticità rilevabili, una si rinviene con riferimento agli stessi requisiti di accesso alla tutela. Invero, essendo il design generativo basato su algoritmi, è possibile che i risultati generati risultino simili o identici a quelli generati da altri algoritmi. Ciò potrebbe ostacolare la dimostrazione della novità e del carattere individuale del design e, dunque, dell’idoneità alla registrazione.
Infine, altra questione da tenere in considerazione è quella della rappresentazione grafica. La registrazione di design generativo implica la presentazione di immagini o disegni 2D o 3D, idonee a rappresentare l’aspetto del prodotto che si intende tutelare. Ciò potrebbe non rendere del tutto agevole la rappresentazione del design e delle sue caratteristiche che possono essere molto complesse e organiche.