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22 novembre 202416 minuti di lettura

Innovation Law Insights

22 novembre 2024
Evento

3 dicembre 2024: parliamo della DirettivaNIS 2 nella nostra Innovation Community Breakfast

Siamo lieti di invitarvi al nostro primo appuntamento con le Innovation Community Breakfast, una serie di incontri rinnovata per promuovere un autentico senso di community. Abbiamo ripensato il format per offrire uno spazio più raccolto ed esclusivo, dedicato a professionisti interessati a confrontarsi periodicamente sui temi più attuali legati alla tecnologia, come l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione, con un focus sui principali provvedimenti normativi che impattano la vita delle aziende.

Il primo incontro si terrà martedì 3 dicembre presso la sede di DLA Piper in via della Posta 7, Milano, alle ore 8:30. Ci concentreremo sulla normativa di implementazione della Direttiva NIS 2, entrata in vigore lo scorso 17 ottobre, e ne esploreremo insieme le nuove sfide e opportunità, in particolare per quanto riguarda la sicurezza informatica e conformità normativa. Sarà una mattinata di networking e dialogo, dove ciascun partecipante potrà contribuire con il proprio punto di vista ed esperienza.

Per registrarsi: QUI

 

Artificial Intelligence

L'evoluzione degli agenti legali basati sull'IA e la maturità del mercato

Il panorama della tecnologia legale sta vivendo una trasformazione straordinaria, con gli agenti basati sull'intelligenza artificiale che emergono come la forza dominante che plasma il futuro del settore. Questa tendenza è diventata sempre più evidente attraverso gli sviluppi recenti del mercato, che hanno visto un flusso costante di annunci relativi a nuove funzionalità e soluzioni basate su agenti.

Queste osservazioni sono state fortemente confermate durante la mia partecipazione alla Legal Geek Conference 2024 a Londra, che si è ancora una volta affermata come il principale evento globale per l'innovazione legale, attirando una notevole varietà di professionisti, fornitori e leader di pensiero nel campo della tecnologia legale.

L’ascesa degli agenti basati sull'IA è stata straordinaria, segnando un’evoluzione significativa rispetto alla fase iniziale dell’IA generativa. L’area espositiva della conferenza è stata una vetrina eloquente di questa tendenza, con numerosi fornitori che presentavano soluzioni avanzate basate su agenti. Tuttavia, come per i primi dibattiti sull'IA generativa, l'industria sta ancora affrontando il compito di definire cosa costituisca effettivamente un “agente” e quali soluzioni possano essere considerate autenticamente agentic.

Le dinamiche del mercato hanno registrato una maturazione significativa rispetto alla fase iniziale delle prove di concetto sull'IA. Le organizzazioni stanno superando il fenomeno del "AI FOMO" (Fear of Missing Out) che ha caratterizzato i modelli di adozione iniziali. Al contrario, stiamo assistendo a un passaggio strategico verso implementazioni che offrono un ritorno sull'investimento (ROI) dimostrabile. Questo cambiamento riflette una comprensione più sofisticata del ruolo dell'IA nelle operazioni legali, con le aziende che sempre più spesso richiedono soluzioni in grado di garantire efficienza e impatti aziendali misurabili.

Anche i modelli di investimento nella tecnologia legale rispecchiano questa maturazione, con finanziamenti che ora fluiscono prevalentemente verso soluzioni che dimostrano chiare proposizioni di valore.

In DLA Piper, stiamo guidando attivamente le aziende attraverso questo panorama evoluto, concentrandoci su:

  • La valutazione strategica delle opportunità di implementazione degli agenti basati sull’IA, verificando se una soluzione risponde efficacemente a un problema specifico e può essere implementata in modo efficiente, tenendo conto dei flussi di lavoro unici coinvolti.
  • Lo sviluppo di solidi framework per il ROI nell'adozione della tecnologia legale, definendo KPI misurabili specifici per le operazioni dei dipartimenti legali e di conformità.
  • La gestione della conformità e del rischio nell'implementazione dell'IA, garantendo che le soluzioni siano allineate ai nuovi requisiti introdotti dall’EU AI Act, dal GDPR e dalla più ampia Strategia Digitale Europea.

Il futuro della tecnologia legale risiede chiaramente in un’innovazione mirata, piuttosto che nella tecnologia fine a sé stessa. Man mano che il mercato continua a maturare, l’attenzione si sposterà sempre più verso soluzioni che offrano miglioramenti misurabili nella fornitura dei servizi legali, mantenendo al contempo i più alti standard di pratica professionale.

Per le aziende interessate a esplorare questo panorama in evoluzione, il nostro team di avvocati e sviluppatori di DLA Piper in Italia è pronto a offrire consulenza strategica e supporto pratico per identificare e implementare le soluzioni più adatte alle vostre esigenze. Contattateci per scoprire come possiamo aiutarvi a pianificare ed eseguire il vostro percorso di innovazione legale.

Su un simile argomento può essere d'interesse l'articolo "AI, agenti personalizzati e informazioni aziendali"

Autore: Tommaso Ricci

 

Data Protection & Cybersecurity

Trick #3: Come "empatizzare" con gli utenti?

Cosa Significa "empatizzare"?

"Empatizzare" significa rendere le soluzioni legali più incentrate sull'utente per comprendere davvero i comportamenti dell'utente e identificare i suoi problemi. Grazie all'empatia, possiamo adattare meglio le nostre soluzioni per rispondere alle esigenze specifiche degli utenti.

Perché l’empatia?

L'empatia è il pilastro che sorregge soluzioni legali orientate all'utente. Ci permette di metterci nei panni degli utenti, comprendendo a fondo le loro necessità, preoccupazioni e frustrazioni.

Come empatizzare con gli utenti?

  1. Ascoltali attivamente e osservane il comportamento – Presta attenzione sia alle parole sia ai segnali non verbali degli utenti.
  2. Poni domande aperte agli utenti – Incoraggia gli utenti a condividere i propri pensieri e le proprie esperienze personali attraverso sondaggi ed interviste.
  3. Mappa le caratteristiche degli utenti – Visualizza i punti di contatto e le difficoltà nei processi legali con cui interagiscono.
  4. Rifletti sulle risposte e valida le soluzioni – Sviluppa soluzioni che siano realmente in linea con le esigenze degli utenti, riducendo attriti e migliorando il livello di soddisfazione degli utenti.

Cosa fare in pratica?

Identifica delle "personas" creando profili dettagliati del tuo utente ideale. Questo significa attribuire elementi come nome, età, famiglia, professione, hobby e abitudini a ciascun modello. In questo modo ottieni una visione chiara delle necessità, dei comportamenti e delle preferenze degli utenti.

Lo sapevi?

Le personas non sempre si basano su persone reali – possono essere soggetti di fantasia del design thinker per rappresentare utenti tipo.

Le infografiche sono disponibili QUI.

Continua a seguirci per leggere il Trick #4 e scoprire come identificare e definire il problema da risolvere!

Su un simile argomento può essere d'interesse "Trick #2: Come utilizzare il Legal Design nella tua attività?"

Autore: Deborah Paracchini

 

Intellectual Property

Sandali Oran di Hermès: il marchio salvato dalla decadenza nell'UE

Con la decisione del 6 settembre 2024, nell'ambito del procedimento R 192/2024-2, la Seconda Commissione di Ricorso dell'Ufficio dell'Unione Europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), ribaltando la precedente decisione della Divisione di Annullamento, ha riconosciuto che l'uso del marchio consistente nella forma della tomaia del celebre sandalo "Oran" di Hermès può essere considerato distintivo.

La vicenda ha avuto origine nel 2016, con la richiesta di registrazione del marchio figurativo "H" (presente sulla tomaia dei sandali "Oran" di Hermès) presentata dal celebre marchio parigino, per i prodotti della Classe 25. Successivamente, nel 2022, è stata presentata domanda di decadenza del marchio in quanto non ne sarebbe stato fatto un uso effettivo per un periodo ininterrotto di cinque anni (art. 58, par. 1, lett. (a), RMUE).

Con decisione del 28 novembre 2023, la Divisione di Annullamento ha accolto la domanda di decadenza, ritenendo che l'utilizzo del marchio come forma di tomaia di un sandalo non può essere considerato come uso effettivo di marchio.

Avverso tale decisione, Hermès ha presentato ricorso in data 24 gennaio 2024, chiedendone l'annullamento. In particolare, nella propria memoria Hermès ha sostenuto che ai sensi dell'Articolo 4 RMUE, un marchio UE può essere costituito da qualsiasi segno, comprese le forme tridimensionali, a condizione che sia adatto a distinguere i prodotti o i servizi di un'impresa da quelli di un'altra impresa, e che non vi è alcun requisito in base al quale un marchio debba essere apposto su un prodotto per costituire un uso.

Nella propria decisione, la Seconda Commissione di Ricorso ha precisato che nei procedimenti di decadenza è necessario riconoscere un certo grado di distintività del marchio contestato. Infatti, anche se il marchio contestato dovesse essere considerato privo di un elevato carattere distintivo, si dovrebbe nondimeno riconoscere allo stesso un carattere distintivo minimo in virtù della sua registrazione.

Inoltre, la Seconda Commissione di Ricorso ha osservato che sebbene un marchio possa essere utilizzato come elemento non distintivo dei prodotti per cui è registrato (in questo caso, si tratta di beni quali calzature e accessori di moda), ciò non si verifica nel caso in esame, date le scarse prove che sono state presentate dal soggetto richiedente la decadenza del marchio di Hermès.

Al contrario, la maison ha fornito numerose prove volte a dimostrare che nel settore di mercato di riferimento, è consuetudine includere marchi nella forma delle tomaie di sandali, e che la maggior parte dei principali produttori di sandali segue questa diffusa pratica di mercato. Le varie prove fornite da Hermès, tra cui vi è anche un'indagine di mercato in Francia, hanno dimostrato che i consumatori riconoscono dalla forma delle tomaie dei sandali la provenienza commerciale del prodotto.

La Seconda Commissione di Ricorso ha inoltre considerato che l'uso del marchio figurativo "H" di Hermès per l'anello da sciarpa costituisce un utilizzo come marchio distintivo. Dunque, la lettera "H", utilizzata in questo caso per l'anello da sciarpa, è idonea a identificare la provenienza del prodotto, consentendo quindi ai consumatori di associarlo a Hermès. Con riguardo alle magliette e alle felpe, è stato rilevato che, nonostante lievi differenze visive nella rappresentazione del segno, gli esempi presentati da Hermès dimostrano l'uso del segno come registrato per t-shirt e felpe nella Classe 25. Tuttavia, la Commissione ha escluso sussistere alcun uso del marchio contestato in relazione a cappelli e altri beni inclusi nella Classe 25 (es. stivali, pantofole), per i quali Hermès non ha presentato alcuna prova di utilizzo.

La Seconda Commissione di Ricorso ha dunque concluso affermando che il marchio contestato di Hermès è stato usato (i) come marchio per calzature, e (ii) in una forma che non altera il suo carattere distintivo anche per i seguenti beni inclusi nella Classe 25: magliette, felpe e anelli per sciarpe. La Commissione ha dunque rinviato alla Divisione di Annullamento per un ulteriore esame in relazione ai criteri di uso del marchio contestato, che non sono stati oggetto di analisi nella decisione.

Su un simile argomento, può essere d'interesse l'articolo "Marchio di forma: il Tribunale di Milano concede un’inibitoria paneuropea a tutela della nota borsa “Le Pliage”"

Autore: Carolina Battistella

UPC: la saga Nanotech continua

Lo scorso 17 ottobre la Divisione Centrale di Monaco ha reso la propria decisione a definizione del procedimento volto all'accertamento della nullità di un brevetto relativo a composti chimici e metodi per la rilevazione di analiti. Tale decisione si inscrive in un più ampio contesto che ha visto le parti coinvolte in altri procedimenti avanti all'UPC, alcuni dei quali trattati nella nostra rubrica.

Una prima questione che ha investito il Tribunale attiene alla giurisdizione dell'UPC sulla validità della porzione tedesca del titolo, già oggetto di scrutinio da parte del Tribunale Federale tedesco, adito dalla filiale tedesca – parte del medesimo gruppo dell'attrice – in epoca precedente all'instaurazione della vertenza, e successivamente oggetto di appello. Tale litispendenza avrebbe quantomeno giustificato, ad avviso della convenuta, la sospensione del procedimento avanti all'UPC limitatamente alla porzione tedesca del titolo, considerata la connessione tra i procedimenti.

Malgrado la convenuta abbia nel corso del giudizio rinunciato a tale eccezione e le parti abbiano concordemente chiesto una pronuncia da parte della Divisione Centrale anche sulla porzione tedesca del titolo, la Corte si è soffermata ex officio sul tema, a mente del Regolamento Bruxelles I bis (Regolamento UE 1215/2012). Così, la Divisione Centrale, prendendo le mosse da alcuni precedenti, ha escluso l'applicazione degli articoli 29 e 30 del predetto Regolamento che ammettono la sospensione del procedimento ove più cause connesse siano pendenti davanti ad autorità giurisdizionali di Stati membri differenti, non ritenendo nel caso specifico sussistente il requisito dell'identità tra le parti, qui considerate persone giuridiche distinte che condividono solamente la medesima società madre. Ulteriori argomentazioni avrebbero poi spinto la Divisione Centrale a concludere per il rigetto della domanda di sospensione; tra questi, lo stato avanzato del procedimento di fronte alla Divisione Centrale, i lunghi tempi necessari per la definizione del pendente procedimento d'appello in Germania e, da ultimo, il fatto che la causa trattata avanti alla Corte nazionale riguarda soltanto la porzione tedesca della privativa.

Passando ora al merito della decisione, l'azione di nullità promossa dall'attrice è fondata sull'asserita carenza di novità e altezza inventiva del brevetto contestato, efficace in Germania, Francia e Paesi Bassi, oltre che sulla pretesa insufficienza di descrizione. Con riferimento ai requisiti di brevettabilità, la Divisione Centrale ha accolto la domanda dell’attrice, ritenendo l’invenzione nella sua interezza (ed è questo un elemento enfatizzato dai togati) già divulgata prima del deposito della domanda. La Divisione Centrale ha altresì rimarcato – sulla scorta di precedenti decisioni – l'importanza della interpretazione delle rivendicazioni al fine di determinare l'ambito di protezione conferito dalla privativa, evidenziando che è necessario considerare la rivendicazione nel suo complesso non limitandosi alla sua formulazione letterale, ma facendo ricorso a qualsiasi ausilio esplicativo, ivi compresi i disegni e la descrizione, senza che ciò comporti una indebita estensione dell'oggetto della privativa. Un tale approccio, ha sottolineato la Corte, è d'altronde rivolto al contemperamento dell'interesse del titolare della privativa con l'altrettanto importante esigenza di certezza giuridica dei terzi.

Neppure la versione del brevetto come modificata dalla convenuta a seguito della presentazione della prima "auxiliary request" ha convinto Tribunale, il quale ha ritenuto l'invenzione così emendata comunque priva di altezza inventiva. Quanto poi alla successiva richiesta di modifica avanzata dalla titolare del brevetto, la stessa è stata ritenuta inammissibile in quanto tardiva. Il Tribunale, evidenziando come tale ulteriore richiesta avrebbe dovuto e potuto essere presentata prima dalla convenuta, ha richiamato il sistema cd. "front loaded" dell'UPC, a mente del quale le parti sono obbligate a presentare le proprie difese il prima possibile, anche al fine di garantire il rispetto del principio del contraddittorio.

La decisione, che ha dunque annullato il brevetto nella sua interezza, potrà essere oggetto di impugnazione.

Su un simile argomento potrebbe interessarti: Applicabilità UPCA alle azioni nazionali di contraffazione

Autore: Laura Gastaldi

Il futuro della proprietà intellettuale nel metaverso: un’analisi dell’EUIPO

Nel mese di ottobre è stato pubblicato un interessante report realizzato dall'EUIPO con la collaborazione dell'Istituto interregionale di ricerca sul crimine e la giustizia delle Nazioni Unite (UNICRI). Lo studio nasce dall’impellente necessità di accrescere la consapevolezza dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale, dei professionisti del settore e delle istituzioni riguardo all’impatto del metaverso sulle violazioni dei diritti in esame. Basti pensare agli articoli di moda virtuali, alle forme di arte digitale, agli NFT come rappresentazione della proprietà per avere contezza dell'enorme interazione sussistente tra IP e metaverso.

Come evidenziato dal Direttore esecutivo dell’EUIPO João Negrão nella prefazione allo studio, gli illeciti e i reati legati alla violazione delle privative di proprietà intellettuale sono sempre più riconosciuti non solo come minaccia per l'innovazione, ma anche per la sicurezza dei consociati. Questo è altresì dimostrato, come nota Negrão, dall'inserimento di alcune fattispecie a tutela della proprietà intellettuale all'interno dell'EMPACT (European Multidisciplinary Platform Against Criminal Threats).

La metodologia di ricerca adottata per la redazione del resoconto è stata principalmente documentale, non sono mancate tuttavia interviste ad esperti e la partecipazione a workshop, che denotano come la proprietà intellettuale abbia un ruolo centrale nel plasmare le interazioni e nel caratterizzare le esperienze all'interno del metaverso. Da un punto di vista squisitamente forense, si rende inevitabile aggiornare rapidamente gli strumenti a disposizione, progettandoli appositamente per affrontare le complessità delle interazioni virtuali, come l'analisi delle transazioni blockchain e la raccolta delle prove.

Per far fronte a tali esigenze, i ricercatori autori del report hanno ipotizzato il ricorso alla Metaverse Intelligence, che si propone come un quadro investigativo complementare focalizzato sull'analisi di metadati, identità, interazioni ed economie virtuali.

Come messo in luce dai redattori della relazione, la sfida più grande cui la Metaverse Intelligence non potrà sottrarsi è costituita dal carattere transfrontaliero delle violazioni in parola, che rende spesso complessa la determinazione della giurisdizione e della normativa applicabile.

Su di un simile argomento, può essere interessante l'articolo: Metaverso e cybersecurity, quali sfide per il futuro?

Autore: Noemi Canova


La rubrica Innovation Law Insights è stata redatta dai professionisti dello studio legale DLA Piper con il coordinamento di Edoardo Bardelli, Carolina Battistella, Carlotta Busani, Giorgia Carneri, Noemi CanovaGabriele Cattaneo, Maria Rita Cormaci, Camila Crisci, Cristina Criscuoli, Tamara D’Angeli, Chiara D’Onofrio, Federico Maria Di Vizio, Nadia FeolaLaura Gastaldi, Vincenzo GiuffréNicola Landolfi, Giacomo Lusardi, Valentina Mazza, Lara Mastrangelo, Maria Chiara Meneghetti, Deborah Paracchini, Maria Vittoria Pessina, Tommaso Ricci, Marianna Riedo, Marianna Riedo, Rebecca Rossi, Roxana Smeria, Massimiliano Tiberio, Federico Toscani, Federico ToscaniGiulia Zappaterra.

Gli articoli in materia di Telecommunications sono a cura di Massimo D’Andrea, Flaminia Perna e Matilde Losa.

Per maggiori informazioni sugli argomenti trattati, è possibile contattare i soci responsabili delle questioni Giulio Coraggio, Marco de Morpurgo, Gualtiero Dragotti, Alessandro Ferrari, Roberto Valenti, Elena Varese, Alessandro Boso Caretta, Ginevra Righini.

Scoprite Prisca AI Compliance, il tool di legal tech sviluppato da DLA Piper per valutare la maturità dei sistemi di intelligenza artificiale rispetto alle principali normative e standard tecnici qui.

È possibile sapere di più su Transfer, il tool di legal tech realizzato da DLA Piper per supportare le aziende nella valutazione dei trasferimenti dei dati fuori dello SEE (TIA) qui e consultare una pubblicazione di DLA Piper che illustra la normativa sul Gambling qui, nonché un report che analizza le principali questioni legali derivanti dal metaverso qui, e una guida comparativa delle norme in materia di loot boxes qui.

DLA Piper Studio Legale Tributario Associato tratta i dati personali in conformità con l'informativa sul trattamento dei dati personali disponibile qui.

Qualora non si volesse più ricevere gli Innovation Law Insights o ci si volesse iscrivere alla stessa, è possibile inviare un'email a Silvia Molignani.