Antitrust Bites
Giugno 2021La Commissione Europea e la Competition and Markets Authority inglese avviano due procedimenti nei confronti di Facebook
Con comunicato stampa del 4 giugno 2021, la Commissione Europea ha reso noto di aver avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Facebook, per due condotte potenzialmente in contrasto con gli artt. 101 e/o 102 TFUE.
La prima riguarda un possibile uso illegittimo dei dati pubblicitari (tra cui le preferenze di consumo degli utenti) forniti dalle piattaforme di inserzioni pubblicitarie online che pubblicizzano i loro servizi su Facebook e con le quali quest’ultima compete direttamente in taluni mercati, tra cui quello delle inserzioni pubblicitarie online tramite la piattaforma Facebook Marketplace.
L’istruttoria dovrà chiarire se Facebook impieghi illegittimamente i dati ricevuti dalle piattaforme concorrenti per favorire Facebook Marketplace a discapito di queste ultime.
La seconda condotta individuata dalla Commissione ha ad oggetto un possibile tie-in illegittimo del servizio di inserzionistica pubblicitaria online (Facebook Marketplace) al social network Facebook, nel quale risulta integrato e che potrebbe fornire un vantaggio competitivo nel raggiungere nuovi clienti, ostacolando potenziali concorrenti.
Nella medesima data, anche la Competition and Markets Authority (CMA) inglese ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Facebook, per un possibile abuso di posizione dominante nei mercati dei social media o dei servizi pubblicitari online.
Analogamente, il procedimento è volto a valutare se Facebook abbia impiegato illegittimamente, per favorire proprie piattaforme come Facebook Marketplace e Facebook Dating, i dati ottenuti nella fornitura di servizi pubblicitari online nonché tramite la c.d. single sign-on option (il servizio che permette agli utenti Facebook di accedere ad altri siti internet, app e servizi tramite i dati di log-in di Facebook).
La Commissione e la CMA hanno prospettato una collaborazione nello svolgimento delle rispettive attività investigative. A seguito della Brexit, i procedimenti potrebbero rappresentare un interessante banco di prova delle future interdipendenze tra procedimenti antitrust in UE e in UK.
Un nuovo capitolo del rapporto tra diritti di proprietà intellettuale & antitrust: l’AGCM avvia un procedimento per abuso di posizione dominante nei confronti di Roxtec
Con provvedimento del 13 aprile 2021 pubblicato in data 14 giugno 2021 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (“AGCM”) ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Roxtec Italia S.r.l., nonché della capogruppo Roxtec AB, per un presunto abuso di posizione dominante in violazione dell’art. 102 TFUE.
L’AGCM ipotizza che Roxtec, in precedenza titolare di un brevetto su moduli passacavo multi-diametro, abbia posto in essere condotte potenzialmente distorsive della concorrenza al fine di impedire ai concorrenti la produzione e commercializzazione dei predetti prodotti, anche a seguito della scadenza del brevetto (avvenuta nel 2010).
Secondo l’ipotesi istruttoria, Roxtec, ancorché utilizzando procedure amministrative e giudiziarie in linea di principio legittime, le avrebbe strumentalmente impiegate per adottare una strategia escludente volta a mantenere un monopolio di fatto nel mercato, pur dopo la scadenza del suo diritto di privativa industriale. Nello specifico, la società avrebbe:
(i) depositato presso l’European Union Intellectual Property Office (EUIPO) plurime richieste di registrazione di marchi UE, di cui l’AGCM ipotizza la strumentalità e pretestuosità, anche in ragione dell’intervenuta dichiarazione di invalidità di talune di esse da parte della Commissione di Ricorso dell’EUIPO;
(ii) promosso numerose azioni giudiziarie asseritamente pretestuose nei confronti dei potenziali nuovi concorrenti, “pubblicizzandone” l’avvio a propri clienti;
(iii) acquisito numerose certificazioni di sicurezza in modo da far sostenere a potenziali concorrenti ingenti investimenti asseritamente non necessari per entrare nel mercato.
Il termine di chiusura del procedimento è fissato al 30 aprile 2022.
La Commissione europea ha pubblicato il Report preliminare sull’indagine della Internet of Things
Lo scorso 9 giugno la Commissione Europea ha pubblicato il Report contenente i risultati preliminari dell’indagine di settore sulla concorrenza nei mercati dei prodotti e dei servizi della Internet of Things (“IoT”).
Le evidenze riportate nel Report – che raccoglie le informazioni e i contributi pervenuti alla Commissione da numerosi operatori del settore – riguardano in particolare: (i) le caratteristiche dei prodotti e dei servizi IoT; (ii) le caratteristiche concorrenziali di questi mercati; (iii) le principali potenziali criticità concorrenziali in relazione al funzionamento dei mercati dei prodotti e dei servizi IoT.
Sotto il primo profilo, la Commissione riscontra una rapida crescita dei mercati della Internet of Things e, in particolare, la proliferazione dei c.d. assistenti vocali.
Per quanto riguarda il secondo profilo, molti dei partecipanti all’indagine hanno rilevato come i costi per gli investimenti costituiscono la principale barriera all’ingresso nei mercati in esame, in particolare nel settore degli assistenti vocali. Con particolare riferimento a questo settore, molti partecipanti hanno evidenziato la difficoltà di competere con operatori verticalmente integrati che, oltre a fornire le più comuni apparecchiature mobili, sono anche leader nella fornitura dei servizi di assistenza vocale, così creando un ecosistema con il quale i servizi e i prodotti forniti dagli operatori concorrenti difficilmente riescono ad operare e ad integrarsi.
Tra le principali criticità concorrenziali il Report individua:
- l’esistenza di pratiche leganti e di esclusiva che limitano la possibilità di usare servizi concorrenti su un medesimo dispositivo;
- ostacoli nei rapporti con gli utenti, a causa dell’intermediazione degli assistenti vocali e dei sistemi operativi, che limitano la possibilità dell’utente di reperire e utilizzare servizi concorrenti;
- ostacoli alla interoperabilità, dovuti principalmente alla prevalenza di tecnologie proprietarie, alla frammentazione tecnologica e alla mancanza di standard comuni applicabili.
Il Report contente l’analisi preliminare sarà sottoposto a consultazione pubblica, alla quale potranno partecipare tutti i soggetti interessati, sino al 1 settembre 2021. L’obiettivo della Commissione è di pubblicare il Report conclusivo nella prima metà del 2022.
La Commissione europea ha approvato un regime da 800 milioni di Euro dello Stato italiano a sostegno delle imprese nell’ambito dell’emergenza sanitaria da Covid-19
Con comunicato stampa dello scorso 8 giugno la Commissione europea ha reso noto di aver approvato, nell’ambito del “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19”, un regime da 800 milioni di euro notificato dallo Stato italiano destinato alle imprese che realizzano progetti prioritari a titolo dei c.d. “contratti di sviluppo” gestiti dall’Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. (Invitalia).
La Commissione ha ritenuto che le misure di aiuto notificate dall’Italia fossero conformi alla normativa UE in materia di aiuti di Stato in quanto necessarie, opportune e proporzionate per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro in linea con quanto previsto dall’articolo 107, par. 3, let. b), TFUE o per contrastare la crisi sanitaria in linea con l’articolo 107, par. 3, let. c), TFUE.
Il regime di aiuti fornirà sostegno alle imprese di tutte le dimensioni e attive in qualsiasi settore – ad eccezione di quello finanziario, della produzione agricola primaria, pesca e acquacoltura, dell’edilizia, delle assicurazioni e immobiliare – che sono state colpite dagli effetti della pandemia da Covid-19 affinché queste orientino l’attività verso la ricerca e la produzione di prodotti essenziali per far fronte all’emergenza sanitaria.
Le misure di aiuti consisteranno in:
- sovvenzioni dirette e prestiti fino a un massimo di 1,8 milioni di € per impresa;
- sovvenzioni dirette a favore di progetti di ricerca e sviluppo (R&S) connessi alla pandemia da Covid-19;
- sovvenzioni dirette e anticipi rimborsabili per le infrastrutture di prova e upscaling che contribuiscono allo sviluppo di prodotti connessi al coronavirus; e
- sovvenzioni dirette e anticipi rimborsabili per la produzione di prodotti connessi al coronavirus.
Gli aiuti saranno concessi entro il 31 dicembre 2021.
L’Autorité de la Concurrence francese sanziona Google per abuso di posizione dominante nel mercato dell’online advertising
Con decisione n. 21-D-11 dello scorso 7 giugno, l’Autorité de la Concurrence francese all’esito di una procedura di settlement ha irrogato a Google una sanzione di € 220 milioni per abuso di posizione dominante nel mercato dei server pubblicitari per gli editori di siti online e di applicazioni per dispositivi mobili. Il procedimento è stato avviato a seguito di segnalazioni presentate all’Autorité da parte di alcuni editori che monetizzano il contenuto dei loro siti web e applicazioni mobili tramite le tecnologie pubblicitarie offerte da Google.
La decisione accerta che Google ha posto in essere due condotte distinte volte a favorire il suo ad server “Doubleclick for publishers” (“DFP”), che permette agli editori di pubblicare annunci sui siti web e applicazioni e di gestire le vendite degli spazi pubblicitari, e la sua piattaforma di vendita di spazi pubblicitari “Doubleclick AdExchange” (AdX), che rende possibile l’incontro tra gli editori che intendono vendere spazi pubblicitari e i potenziali acquirenti, tramite appositi meccanismi di asta tra i prezzi proposti dagli inserzionisti.
In primo luogo, secondo quanto emerso dal procedimento, l’ad server DFP avrebbe fornito informazioni sui prezzi offerti dalle piattaforme di vendita di spazi pubblicitari concorrenti ad AdX, che avrebbe di fatto utilizzato tali informazioni per ottimizzare la procedura di asta per gli spazi pubblicitari. DFP avrebbe in tal modo fornito a AdX un vantaggio concorrenziale non replicabile da parte delle piattaforme concorrenti.
In secondo luogo, la piattaforma AdX sarebbe stata resa solo parzialmente interoperabile con gli ad server concorrenti di DFP. Google avrebbe infatti imposto limitazioni tecniche e contrattuali per l’accesso ad AdX da parte dei clienti di ad server di terzi, a danno degli editori che utilizzano AdX ma che non usufruiscono dell’ad server di Google.
Con la decisione di settlement l’Autorité, oltre ad irrogare la sanzione, ha reso obbligatori, per una durata di tre anni, gli impegni presentati da Google principalmente volti a (i) migliorare l’interoperabilità tra l’ad server DFP e le piattaforme di vendita di spazi pubblicitari di terzi in modo da garantire una concorrenza effettiva tra la piattaforma AdX e le piattaforme di vendita di spazi pubblicitari concorrenti e (ii) garantire l’accesso alla piattaforma AdX in tempo reale anche agli editori che utilizzano ad server di terzi.